La scintilla iniziale scaturisce dall’incontro fra Max Casacci (ex chitarrista negli Africa Unite e prima ancora in band torinesi degli anni Ottanta quali Deafear e Carmody, nonché produttore affermato in ambito indie) e Samuel Romano, la giovane voce più sorprendente in città, reduce dall’esperienza negli Amici di Roland, formazione in cui suonava le tastiere Davide Di Leo, ossia Boosta.
Ai tre si uniscono quindi Ninja, il batterista, e Pierfunk, il bassista. Incubatrice del quintetto è l’atmosfera magica e torbida dei Murazzi del Po: il ventre fertile di Torino. Là prende forma il suono dei Subsonica (neologismo derivato dall’unione di Subacqueo e Sonica, dalle canzoni omonime di Africa Unite e Marlene Kuntz). La voce di Samuel riesce a coniugare slancio melodico e sensibilità ritmica, la maestria di Max al mixer è essenziale nel creare equilibrio tra forma canzone, arrangiamenti e pulsazione sonora. Armato solo di un Atari e di un campionatore Akai, Boosta è l’uomo dei loop, mentre Ninja calibra nelle cadenze il timbro dei tamburi e le modulazioni dei campionatori. Questi elementi convergono nei cinque pezzi inclusi nel demo tape registrato dentro lo studio di Max in piazza Vittorio: un biglietto da visita che persuade l’indipendente Mescal a scritturarli. L’avventura sta per cominciare…
Il primo concerto è datato 21 febbraio 1997 e si tiene in un locale di culto: Le Macabre di Bra. Tre mesi più tardi, anticipato dal singolo Istantanee, esce l’album d’esordio SUBSONICA, seguito da un tour di oltre 150 date. Il disco è influenzato dai linguaggi innovativi degli anni Novanta: i suoni elettronici della Londra meticcia, la cultura delle basse frequenze e l’esperienza dei primi rave. Ma è caratterizzato anche da una musicalità tipicamente italiana. L’attitudine “internazionale” della band incuriosisce Antonella Ruggiero, che la coinvolgerà nella realizzazione di un album in cui il repertorio dei Matia Bazar viene rivisitato in chiave contemporanea. La versione di Per un’ora d’amore insieme ai Subsonica diventerà il singolo capace di spingere Registrazioni moderne oltre la soglia delle 100mila copie vendute. Il gruppo viene invitato sul palco del primo “MTV Days” italiano e individuato immediatamente dalla sede londinese come nome su cui puntare. Nel 1998 escono i singoli Cose che non ho, Radioestensioni e Preso blu, quest’ultimo potenziato da due inediti strumentali, Blu e Fiumi urbani, che testimoniano una vena sperimentale da sempre parte integrante del Dna della formazione. A suggellare il successo del disco di debutto è a dicembre la ristampa con allegato il miniCd dal vivo Coi piedi sul palco.
Mentre in organico avviene il primo e unico avvicendamento (Vicio prende il posto di Pierfunk come bassista), nel giugno 1999 esce il singolo Colpo di pistola (che include i remix di Non identificato rinominati U.F.O. e firmati dai britannici Terminalhead e Resident Filters, in distribuzione europea su vinile targato Lacerba): preludio all’album MICROCHIP EMOZIONALE, annunciato per fine agosto (anni dopo, “Rolling Stone Italia” lo inserirà nella classifica dei cento dischi italiani migliori di sempre). Il relativo tour parte a metà ottobre dai club, per approdare poi nel 2000 ai palasport, dove la band mai si era esibita prima, e alle grandi arene estive. A novembre i Subsonica vengono ripresi dal vivo ai Murazzi di Torino per la scena conclusiva del film di Lucio Pellegrini Tandem. Nel febbraio 2000 partecipano al Festival di Sanremo, classificandosi 11esimi con Tutti i miei sbagli, brano insignito successivamente del Disco d’Oro. Il quarto singolo da Amorematico, Disco Labirinto, al quale collabora Morgan dei Bluvertigo, è accompagnato da un video innovativo, essendo fruibile anche da soggetti audiolesi. A fine anno arrivano i premi agli “MTV Europe Music Awards” di Stoccolma, come “Migliore artista italiano”, e al PIM, nelle categorie “Migliore disco” e “Migliore gruppo” (cui va aggiunta la nomination per il “Migliore tour”).